Uno scorcio del paese delle streghe Triora

TRIORA, IL PAESE DELLE STREGHE

Dove andare ad Halloween? Triora, il paese delle streghe è la meta giusta per visitare un borgo incantato tra i monti liguri che nasconde un cupo passato

“Le streghe hanno cessato di esistere quando noi abbiamo cessato di bruciarle” (Voltaire)

Attraverso una pittoresca e tortuosa stradina, costellata da terrazzamenti coltivati a ulivi, alternati a piccoli paesini montani, raggiungiamo Trioracaratteristico borgo medievale della Valle Argentina. La piccola cittadina, situata nell’estremo Ponente della Liguria, considerata uno dei Borghi più belli d’Italia, è conosciuta con il temutissimo nome di Paese delle Streghe. Un intrico di strette vie, scorci che danno su vicoli bui e archi di pietra, si dipanano per tutto il centro storico, immergendo fin da subito il visitatore in un’atmosfera magica e misteriosa. Qui tutto richiama la presenza delle Bagiue (così chiamate in dialetto ligure le streghe): dalle statue, ai negozietti di artigianato, fino alle porte delle abitazioni, adornate da scope di vimini e simpatici riferimenti a gatti neri. Ma perché questo borgo molto suggestivo ma apparentemente tranquillo, che vanta solo 300 abitanti, è definito proprio la “Salem italiana”?

La risposta sta nella tragica storia del borgo che tra il 1585 e il 1587 subì una grave carestia, a cui si attribuì la colpa alle Bagiue. Iniziò così uno dei più feroci processi alle streghe in Italia, paragonabile per entità a quelli di Salem in America e Loudun in Francia. Il Parlamento locale, in accordo con il Consiglio degli Anziani e il benestare del Podestà, stanziò cinquecento scudi per imbastire un processo, creando così dal nulla un vero e proprio tribunale dell’inquisizione locale. Gli interventi degli inquisitori furono più che energici: tredici donne provenienti dalla zona più povera del paese, la Ca’ Botina, furono arrestate e rinchiuse in case private trasformate in prigioni, dai nomi che ancora oggi suonano sinistri, come la Casa delle streghe (Ca’ de baggiure”) e Casa degli spiriti (Ca’ di spiriti”).

Accusate appunto d’aver provocato la carestia, ma anche di contatti con il Demonio e addirittura cannibalismo nei confronti dei bambini del luogo, nel corso del processo, che coinvolse anche un ragazzino, furono sottoposte a violente torture, costrette a confessare i propri crimini e a fare i nomi dei complici. Il risultato fu un numero spropositato di nominativi provenienti da qualsiasi estrazione sociale; vennero così coinvolte perfino “matrone” dell’alta società. Il processo e le persecuzioni durarono alcuni dolorosi anni, con molti ripensamenti da parte del Consiglio degli Anziani, toccato in prima persona dalle accuse verso le nobildonne della città. Solo dopo un lungo periodo di sollecitazioni al Doge e al vescovo, l’inquisizione ordinò di porre fine al processo il 23 aprile del 1589, erano passati ben tre anni e purtroppo molte morti innocenti.

Di questa cupa pagina della sua storia, il borgo ne fa un punto di forza, raccontando gli atti del processo, alimentando le leggende e basando il proprio turismo sulla figura della strega, ora riqualificata. Ed è proprio la statua di una Strega, intenta a offrire una pozione al visitatore, che ci accoglie e ci da il benvenuto a Triora, brandendo la sua caratteristica scopa di vimini. Iniziamo così il nostro viaggio alla scoperta di questo magico borgo.

Sarà il passato sanguinoso o lo stemma del paese raffigurante il cerbero, il cane infernale a tre teste (riconducibili in realtà ai tre fiumi che confluiscono sul territorio e ai tre alimenti su cui in passato si basava l’economia: grano, vite e castagna), ma l’atmosfera nel borgo regala subito molte emozioni e qualche brivido. Ci addentriamo così per i carruggi e raggiungiamo il Museo Etnografico e della Stregoneria, prima tappa del nostro percorso per approfondire meglio la storia del luogo e calarci ancora di più nelle sue atmosfere spettrali. Il museo si estende su tre piani ed è suddiviso in quindici sale tematiche. Si parte dal piano strada dove si trovano quattro sale dedicate al territorio e alla sua storia locale, dall’artigianato, all’archeologia, alla fauna. Ci addentriamo allora al piano interrato che ospita la Sezione Etnografica del Museo, suddivisa nei suoi cinque Cicli: la Vita nei campi, il Ciclo del Castagno, quello del Latte, la Cucina e la CantinaMa è scendendo nei sotterranei, una volta sede delle carceriche inizia la parte più suggestiva della visita, con la sezione dedicata alla Stregoneria.

Qui sono conservati i documenti inerenti ai processi, le presunte prove a carico delle sventurate e vi sono ricostruite scene raffiguranti gli interrogatori e la prigionia delle accusate, comprensive di strumenti di tortura. In altre due sale sono invece riprodotte delle suggestive statuine artigianali raffiguranti le streghe nelle loro azioni quotidiane. Qui l’ambiente è veramente suggestivo e l’uso delle luci dona alle sale un’atmosfera da film horror. Tornando all’aria aperta, visitiamo l’antistante giardino del museo, dove, fra rampicanti ed edera, sono ricostruite miniature della cittadina.

Prima di addentrarci ancora tra gli stretti vicoli del borgo, ritorniamo sui nostri passi per raggiungere la piccola chiesa campestre del XV secolo dedicata a San Bernardino (visitabile su richiesta al museo Etnografico), qui un grande ippocastano avvolge parte della struttura in un abbraccio di colore. Al suo interno, la chiesa, accoglie degli eccezionali e macabri affreschi del Giudizio Universale; si susseguono così immagini raffiguranti il limbo e crude scene infernali, dove diavoli divorano i malcapitati umani. Una piccola deviazione che vi consigliamo di intraprendere perché regalerà ancora più mistero alla vostra visita.

Raggiungiamo nuovamente il centro storico, mentre il sole inizia a nascondersi fra le montagne e le ombre si fanno più lunghe e spettrali, per visitare la Chiesa della Collegiata, maestosa testimonianza dell’antico splendore della Triora medievale. Edificata, secondo la tradizione, sui resti di un fanum, un tempio pagano, conserva nel suo battistero lo splendido dipinto a sfondo oro risalente al 1397, raffigurante Il Battesimo di Cristo, del senese Taddeo di Bartolo (se la datazione fosse precisa, questo sarebbe uno dei più antichi quadri della Riviera di Ponente, nel suo genere).

Sul calare della sera ci addentriamo nei meandri più cupi del borgo, ammirando da lontano i resti dell’antico Castello ora adibito a camposanto e i resti del Forte di San Dalmazzo presso cui ora sorge una chiesa (in tutto le fortificazioni del paese era cinque quasi tutte andate distrutte), scorgendo di casa in casa, particolarissimi e divertenti cartelli che raffigurano streghe, scope e riferimenti alle leggende del borgo.

Raggiungiamo infine la Cabotinail casolare dove la leggenda vuole che vivessero e si riunissero in frenetici sabba, le streghe del paese. Qui la sensazione di disagio che avvolge il visitatore, come una densa nebbia, è indubbia; davanti a queste vecchie mura si respira un’aria strana e il dolore delle vittime delle persecuzioni è decisamente palpabile. Volgendo lo sguardo verso la vallata però le sensazioni cambiano completamente e si viene avvolti da un senso di splendore davanti allo spettacolare panorama che viene offerto dalla natura.

Triora, incontrastata, domina la vallata e i paesi circostanti di Corte, Andagna e Molini di Triora. Proprio a Molini di Triora, piccolo borgo sorto attorno al XIII secolo (che prende il nome dai 23 mulini che lo circondavano e di cui rimangono ancora tracce visibili), vale la pena fare una deviazione per assaggiare il famoso Pane di Triora, riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale e far visita alla Bottega di AngelaMaria dove sarà appunto possibile comprare il gustosissimo pane d’orzo, vari tipi di miele, vini, il liquore artigianale a base di erbe che prende il caratteristico nome di “Filtro delle streghe”, i baci di lumaca (tipici dolci del luogo), ma anche amuleti, pietre della fortuna e “pozioni d’amore”.

L’autunno, con i suoi colori intensi, è sicuramente il momento ideale per visitare Triora, il paese infatti si anima con una festa dedicata ad Halloween, la notte delle streghe per eccellenza, dal 31 ottobre fino al 1 novembre, con danze e spettacoli folcloristici attorno al fuoco, mercatini tematici, seminari e workshop per adulti e laboratori e attività per i più piccoli.

Lasciamo Triora, dove storia e leggenda si fondono, volgendo un ultimo sguardo alla statua della strega; da lontano ci sembra proprio che la sua risata riecheggi nella valle, ma forse è solo il suono del vento.

Dove dormire:
La Tana delle Volpi B&B
L.go Tamagni, 5 – Triora

La Grande Foresta B&B
via Poggio, 13 – Triora

La Stregatta B&B
Via Camurata, 24 – Triora

Dove mangiare:
L’Erba Gatta
Via Roma, 6 – Triora

Prodotti tipici:
La strega di Triora
C.so Italia, 50 – Triora

Oroboro
Via Camurata, 12 – Triora

La Bottega di AngelaMaria
Piazza Roma, 26 – Molini di Triora