La tricopigmentazione non è da associare ad un tatuaggio classico. Nella maggior parte dei casi, le persone confondono una procedura con l’altra senza approfondire le caratteristiche differenti, così come l’obiettivo finale da raggiungere.
Quando ci si rivolge ad un professionista per la tricopigmentazione, non si parlerà di tatuaggio e il tutto si dovrà svolgere all’interno di un centro specializzato e certificato. Vediamo insieme le differenze tra un tatuaggio e la tricopigmentazione?
Le differenze tra tatuaggio e tricopigmentazione
Il termine tatuaggio viene utilizzato per indicare ogni tipo di trattamento che prevede l’uso di sostanze coloranti, con applicazione mediante strumentazione particolare sulla parte superficiale della pelle.
Ecco perché si crede che la tricopigmentazione possa essere paragonata ad un tatuaggio classico. Non è corretto dire “tatuaggio capelli” proprio per le tantissime differenze di applicazione e lavorazione: si tratta di un lavoro che viene svolto sul cuoio capelluto da persone competenti e professionalmente certificate.
La tricopigmentazione è una specialità nel campo della micropigmetazione, termine generico che abbraccia questa tipologie di tecniche particolari. Il tatuaggio classico è un qualcosa di creativo con illustrazioni su varie parti del corpo e utilizzo di un inchiostro non bioriassorbibile. Il tatuaggio resta invariato per tutta la vita, mentre per la tricopigementazione si usano di pigmenti bioriassorbibili.
Se si sente parlare di tricopigmentazione semipermanente, ci si riferisce ad uno scopo estetico per ricreare la presenza dei capelli ove la crescita non è più possibile. Un effetto rasato o di infoltimento capelli, che ha un obiettivo finale comune ovvero rendere il lavoro completamente naturale.
È detta tricopigmentazione semipermanente e ha lo scopo estetico di ricreare la presenza del capello sul cuoio capelluto, simulando otticamente un effetto rasato o un infoltimento di capelli. Ci sono delle controindicazioni? Come evidenziato su questo sito ci sono delle piccole raccomandazioni e viene spiegato tutto quello che bisogna conoscere in merito.
Cosa fa un tecnico tricopigmentista
Il tricopigmentista professionale non è un tatuatore classico. Queste sono due figure professionali altamente distinte tra loro, non solo nella tecnica ma anche nello studio – competenze e strumentazione utilizzata.
Chi svolge l’attività di tricopigementista è formato solo per riprodurre i punti di colore sul cuoio capelluto, andando a creare una simulazione del tutto naturale dei capelli. Ma non solo, infatti in alcuni casi è possibile infoltire le zone dove è presente una piccola parte di diradamento.
Anche la strumentazione è completamente differente, perché in questo caso si utilizza un dermografo studiato e realizzato per trattare il cuoio capelluto. L’ago in questo caso è molto più sottile e penetra – senza provocare dolore – sul primo strato del derma. Il suo compito è quello di rilasciare una dose di pigmento controllata e sempre uguale, al fine che i puntini non siano diversi l’uno dall’altro.
È un disegno micro ma preciso nei minimi dettagli, tanto che nel tempo le sue caratteristiche dovranno restare inalterate evitando l’allargamento dei puntini o cambio di colore.
Il tecnico tricopigmentista svolge un lavoro accurato con la tecnica di applicazione studiata e certificata. I movimenti sono specifici per ogni caso trattato, ottenendo un risultato naturale e duraturi nel tempo.