È il 2004, quasi sessant’anni dopo la morte dell’autrice francese Irène Némirovsky, quando il suo romanzo più famoso, “Suite francese”, viene pubblicato.
Il libro Suite francese è un immediato successo di pubblico e di critica: la narrazione segue numerose linee temporali e spaziali, raccontando le vicende di molte famiglie. Ma quello intorno a cui tutta la storia ruota è l’assurdo rapporto tra amore e guerra: due scenari inconciliabili che rendono amarissime le vicende dei protagonisti.
Dieci anni dopo la pubblicazione del romanzo, il colosso Universal acquista i diritti del libro, intendendo trasformarlo in un film. Anche il film Suite francese è un clamoroso successo di critica e ottiene ottimi risultati in termini di pubblico. Il film esce nel Regno Unito a fine 2014, e in Italia nel marzo del 2015.
Ma cosa conquista così tanto della storia? Sicuramente la sua tematica. La francese Lucille è rifugiata nella campagna, a casa della suocera, durante il periodo più caldo della Seconda guerra mondiale. Le sue attenzioni dovrebbero essere concentrate sul marito, catturato in battaglia dai soldati tedeschi. In realtà, la donna non ha mai veramente amato il compagno, e dunque le sue giornate stentano a trascorrere, nel terrore della guerra e nella necessità di nascondere il proprio disinteresse.
Il paese in cui è rifugiata viene sconvolto da una notizia: l’occupazione tedesca è vicinissima. Nel borgo si insedia un battaglione di soldati nazisti. E a questo punto, la svolta: dopo iniziali resistenze, Lucille si innamora di Bruno, uno dei tenenti di stanza nel paese.
Ovviamente sullo sfondo, le vicende della guerra non si fermano. Violenze, bombardamenti, le prime notizie delle deportazioni, rappresaglie ed omicidi, oltre alla solidarizzazione della protagonista con il nemico, rendono impossibile e amara la storia dell’amore appassionato di Lucille e Bruno. Il ruolo di nuova Anna Karenina di Lucille non ha un finale meno tragico della protagonista del romanzo russo di Lev Tolstoj: dove Anna riesce a sfuggire dal proprio matrimonio infelice solamente con il suicidio, la relazione tra Lucille e Bruno si interrompe quando lei decide di unirsi alle brigate della resistenza parigina.
Grande merito per il successo della pellicola di Saul Dibb è ovviamente dovuto alla scelta degli attori per Suite francese: Michelle Williams nel ruolo della protagonista Lucille e Matthias Schoenaerts nella parte dell’amante nazista Bruno, Kristin Scott Thomas, Sam Riley, Margot Robbie, Ruth Wilson, Lambert Wilson, Eileen Atkins, Harriet Walter, Tom Schilling tra i molti.
Plauso della critica andò anche alla colonna sonora di Suite francese: inizialmente fu scelto il compositore francese Alexandre Desplat, poi successivamente sostituito da Rael Jones. L’incisione avvenne negli Abbey Road Studios, a Londra, e per l’artista fu facile caricare di ulteriore emozione una storia già di per sé tanto umana e complessa.
La storia è sicuramente la più famosa tra quelle di Irène Némirovsky, una narratrice dimenticata e poi riscoperta: morta ad Auschwitz dopo la deportazione nazista, la sua produzione venne lentamente ricostruita, con le carte private riordinate e rese pubbliche, per portare alla luce storie tanto coinvolgenti e amare.